La nuova stagione di balletti 2010 - 2011 del Teatro alla Scala si aprirà il 15 dicembre con Il lago dei cigni, nella lettura di Rudolf Nureyev, che torna in scena alla Scala dopo quasi dieci anni dalle ultime rappresentazioni.
La versione coreografica de “Il lago dei cigni” firmata da Rudolf Nureyev nasce nel 1984 ma quando il suo “Lago” approda alla Scala siamo già nel 1990 e Nureyev ritaglia su se stesso il ruolo chiave, quello più equivoco, speculare, di Wolfgang/Rothbart, anche se il protagonista assoluto è il principe Siegfried, dall’animo malinconico più che eroico, contemplativo e meditativo. Per lui Nureyev ha creato complicatissime variazioni, è lui il centro di tutte le linee drammaturgiche del balletto.
Una versione introspettiva e complessa sul piano tecnico e interpretativo, una tragedia totale che non lascia spazio a lieto fine o riscatto eroico; e torna alla Scala dopo quasi dieci anni dalle ultime rappresentazioni, con una preziosa e inedita collaborazione: il Čajkovskij più amato sarà diretto da Daniel Barenboim.
Quando Nureyev affronta il lago ha quarantasei anni e dunque ha raggiunto in pieno la sua maturità artistica, oltre ad avere ormai una conoscenza profonda del repertorio ottocentesco di tradizione russa. Il suo obiettivo principale era quello di fare di Sigfrido un personaggio più contemporaneo, pur mantenendo quell’alone romantico che lo contraddistingue e che oggettivamente non poteva essere cancellato, perché eliminare questo aspetto della sua personalità voleva dire entrare in contrasto con lo spirito della fonte più probabile del soggetto del “Lago”, ovvero la raccolta di fiabe germaniche “Volksmaerchen der Deutschen “ di Johann Masaus, pubblicato alla fine del settecento e familiare ai bambini russi educati al tedesco.
Per questo Nureyev trova l’escamotage un po’ freudiano, del lungo sogno del principe che, secondo le parole di Nureyev, «rifiuta la realtà del potere e del matrimonio che gli impongono la madre e il precettore». Una fuga dall’autorità e dalla realtà dunque, dove il tema del doppio diventa il leit motiv di tutto il balletto: Wolfgang, il precettore del principe Siegfried del primo atto si tramuta, nel sogno, nel perfido mago Rothbart, e la fragile e spirituale Odette, fanciulla trasformata in un cigno dal maleficio di Rothbart, si contrappone, come da tradizione, all’ammaliante e insidiosa Odile, figlia del mago.
Nel Lago di Nureyev, il giovane principe Siegfried è diverso da ogni altro principe, non è né un Albrecht, né un Desiré, ma è un autentico eroe romantico, profondamente malinconico e intimamente tormentato, che cerca, attraverso la fuga dalla realtà, il sogno dell’assoluto. Un Siegfried in cui è trasfigurato lo spirito di Amleto, un Werther illuminato di limpidissima tecnica e segnato da un destino nefasto. Travolto, infine, da questo continuo contrappunto dialettico tra apollineo e dionisiaco, in cui la razionalità è intesa come forza estranea e corruttrice, il principe Siegfried soccomberà, incapace di mantenere fede al giuramento di eterno amore che avrebbe salvato Odette dall’incantesimo di Rothbart. In questo modo, pur mantenendo intatta la struttura narrativa originale di M. Petipa e L. Ivanov, “dopo aver ballato tutti i suoi prìncipi”, Nureyev dà forma ad un Lago dolente e appassionato, che coinvolge ed emoziona lo spettatore ancora molto più di altre versioni a lieto fine.
Le numerose recite in programma, dal 16 dicembre e fino al 7 gennaio, vedranno alternarsi artisti scaligeri e ospiti di richiamo. Due le stelle dal Balletto Kirov del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo: Leonid Sarafanov, che il pubblico scaligero ha già applaudito in numerose occasioni, la più recente proprio in Don Chisciotte di Nureyev; al suo fianco Alina Somova, per la prima volta alla Scala in un balletto a serata, che peraltro segnò nel 2006 il suo debutto alla Wiener Staatsoper, ma che già nel dicembre 2004 proprio insieme a Sarafanov si fece notare nel Gala des étoiles nel passo a due dal Corsaro.
Nei ruoli principali di Siegfried e Odette-Odile si alterneranno anche Francesca Podini con Gabriele Corrado (già insieme nella versione Bourmeister, rappresentata fino al 2008); Marta Romagna, già protagonista nella versione Bourmeister e nella versione Nureyev, porterà al debutto Eris Nezha; Mariafrancesca Garritano e Antonino Sutera, entrambi in debutto nei ruoli principali.
Accanto a questi artisti, da segnalare nelle varie recite il ruolo chiave del precettore Wolfgang e del mago Rothbart, interpretato alla prima da Antonino Sutera in alternanza, nelle successive recite, con Eris Nezha, Alessandro Grillo e Massimo Garon, il passo a tre (alla prima Daniela Cavalleri, Mariafrancesca Garritano, Maurizio Licitra poi anche da Alessandra Vassallo, Luana Saullo Massimo Garon - in alternanza con Federico Fresi, Petra Conti, Marco Agostino, Claudio Coviello), senza dimenticare i solisti delle danze del terzo atto (ciarda, spagnola, tarantella e mazurka).
Teatro alla Scala dal 16 dicembre al 7 gennaio ore 20, domencia 19 dicembre ore 15
15 dicembre ore 20 Anteprima per i giovani